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Son sempre stato attratto dai valichi stradali anche se, in piena contraddizione, ne avevo timore; l'idea di godere di panorami che da una autostrada a 130Km/h non avrei mai potuto apprezzare mi ha sempre affascinato ma la mia insicurezza e la mia poca conoscenza delle strade mi teneva ancorato all'A7 ed alla A26.
La prima volta fu in moto con gli ex colleghi della Newlast e precisamente sul Faiallo salendo dal Turchino; l'apprensione non mi aveva fatto apprezzare nulla della strada anche perchè dovevo pensare a stare in scia al gruppo visto che erano i primi giri in moto ed andavo come una lumaca; arrivati sul Faiallo, ci siamo fermati a mangiare in un ristorante ma l'arrivo della pioggia mi aveva fatto subentrare quell'ansia che mi tenne lontano da qualsiasi valico per molto tempo. Ricominciai con Elisabetta, con la moto, sul Passo dei Giovi e già, sul momento, mi sembrava un impresa; di sicuro fu la scintilla che mi portò negli anni successivi a valicare diversi passi appenninici e soprattutto i più elevati passi alpini in Svizzera. Il giro più interessante fù sicuramente quello in auto che da Varzi e dal Penice mi portò prima a Bobbio, poi da Marsaglia a Ferriere, e da Bedonia passando per il Passo di CentoCroci fino a Sestri Levante.
Con la moto l'itinerario più bello fu invece da Acqui Terme verso Cairo Montenotte, poi il Colle di Cadibona ed il ritorno dal Passo dei Giovi.
Dalla scintilla in avanti, ogni qualvolta programmavo un viaggio più o meno lungo, valutavo per l'andata o per il ritorno il passaggio Appenninico. Un fascino/timore particolare, del quale non riesco ancora a capire del tutto il perchè, riguarda le Capanne di Carrega che ho percorso più volte sia scendendo verso Propata e sia verso Fascia; sarà per la lunghezza o sarà perchè a tratti sembra veramente di essere lontano da tutto, forse più che nella strada che percorre il Parco delle Capanne di Marcarolo con le sue montagne brulle, sta di fatto che parlare di Capanne di Carrega o del Passo del Vestito sortisce sempre una sensazione strana... saranno i ricordi! In merito al Passo del Vestito è inevitabile il flash-back al cartello di Massa, nei pressi della Grotta del Vento, che mi portava verso le montagne piuttosto che verso la Firenze-Mare ma chi l'avrebbe mai detto che mi sarei "infilato" in mezzo a 50cm di neve con le maniche corte a chiedere informazioni ad un boscaiolo che tagliava la legna per il camino ad aprile inoltrato.
Comunque anche se da anni è Capanne di Carrega ad affascinarmi, dal 2 giugno 2013, se la sta giocando con il Valico di San Fermo che più di qualunque altro itinerario che abbia percorso, consente una vista che spazia dal "mio monte" Giarolo fino al Mar Ligure; per esorcizzare quanto successo di ritorno a casa da quel bellissimo giro (incidente quasi mortale in moto) ci ho portato Elisabetta che non ha resistito alle lacrime mentre raccontavo di quella giornata maledetta sbagliando pure strada come quel giorno; dopo il matrimonio ho portato nella cappelletta sul valico, una nostra stampa in abiti nuziali con un pensiero ai due ricordi estremi e purtroppo per vari motivi, pur essendo scettico, penso che abbia portato un pò sfortuna.
In Val D'Aveto, meritano il passaggio ed il soffermarsi a godere del panorama, i valichi di accesso come il Passo del Fregarolo provenendo dalla Val Trebbia, quello della Forcella risalendo da Borzonasca ed il Passo della Scoglina.
Con la passione della bici, e l'anima della moto, eccomi su valichi già percorsi come le Capanne di Cosola e di Carrega e su nuovi ed affascinanti valichi come il Bracco, nel giro inaugurale della stagione 2016 ed il Brallo; senza tralasciare i valichi un po più bassi ma non meno faticosi, come il Passo Crocetta nell'Oltrepò Pavese ed il Passo della Mola nell'entroterra di Sestri Levante.
RICORDI BREVI:
MEZZO DI TRASPORTO: Auto propria: Renault Clio, Nissan Almera, Toyota Yaris, Fiat Panda; moto propria: Kawasaky ZR7; Bici.
LUOGO: Vari valichi stradali dell'Appennino Italiano.