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La mia voglia di oriente è stata pienamente soddisfatta con questo viaggio "d'impatto" in Nepal. Già l'atterraggio in una pista forse lunga come quella del Cristoforo Colombo è stato interessante ma l'ho assorbito come l'arrivo a Luxor dell'anno prima. Tra la confusione generale abbiamo compilato il visto chiedendo ad altri Italiani presenti in aeroporto; la foto l'abbiamo fatta in maniera più che artigianale in uno sgabbiotto stile Esselunga / Iper vecchio di 100 anni e con una simil-polaroid che ho visto, l'ultima volta, in 2a superiore per fotografare la professoressa che si "puliva il naso" con le dita. La nostra guida Pandev ci aspettava all'uscita dell'Aeroporto con il nostro autista che ci avrebbe accompagnato per tutta la permanenza in Nepal. Per quanto riguarda la lingua l'unico che parlava bene italiano era Gambhir, che ci ha accompagnato per Kathmandu e dintorni. Pandev essendo stato in Italia a casa del nostro agente di viaggio Bruno Bottaro parlicchiava un po Italiano ma preferiva l'inglese. L'Hotel era a livello occidentale e salvo escursioni programmate, non ci siamo mossi in maniera autonoma se non il primo giorno per fare una telefonata in Italia da un Call Center (causa che non riuscivamo ad utilizzare la Poste-Pay) e l'ultimo giorno in un quartiere commerciale vicino all'Hotel. Il giorno successivo all'arrivo abbiamo visitato Durbar Square, il centro storico di Kathmandu con numerosi Templi Induisti, il Palazzo Reale e la residenza della Kumari; curiosa l'associazione che negli anni 70 vedeva i Frikkettoni Europei arrivare in massa in questa piazza per fumare marjuana e condividere il senso di libertà che c'era nell'aria all'epoca. Qualcosa è ancora rimasto sia a livello di personaggi e sia a livello di vendita di marjuana anche se è diventato rischioso. Il tentativo di vedere la Kumari è durato quasi mezzoretta; diciamo che sembrava un pò una cosa da turisti anche se da tempo è legata alla tradizione di una bambina vergine venerata come una dea in terra fino alla comparsa del ciclo mestruale; nel silenzio totale la piccola incarnazione della dea Taleju Bhawani è uscita 5 secondi per poi rientrare nella sua stanza accompagnata da una guardia. Per andare a visitare il quartiere turistico di Thamel ci siamo fatti portare da un altra guida assieme a Pandev che nel frattempo sarebbe andato a lavorare in ufficio. Un oretta in mezzo a strette vie con negozi e banchetti di strada ogni metro; più che al Cairo. Ovviamente i tassisti ti marcavano ad uomo ma abbiamo driblato facilmente; per alcuni aspetti mi sentivo tra Via Prè e Via Del Campo ma l'aria soffocante ed inquinata di Kathmandu nulla aveva a che vedere con quella di Genova. Il sorvolo dell'Everest era in programma l'ultimo pomeriggio ma visto che prevedevano brutto tempo ci han chiesto se volevamo farlo il secondo giorno; beh il tempo non era molto diverso ed è stato veramente un peccato non poter vedere la catena dell'Himalaya senza le nuvole; ma ad agosto non si può fare altrimenti; l'aereo mi ha per un attimo ricordato un film di Fantozzi ma ha retto bene quell'oretta e mezza di volo nonostante le viti al posto dei rivetti. Di sicuro l'emozione di vedere da vicino il gigante di 8848m è stata qualcosa di indescrivibile; un emozione che ricorderò per tutta la vita. L'ultima sera è stato curioso ciò che ha contornato l'attesa della fantomatica cena in locale tipico Nepalese; fin dalla prenotazione, di 8 mesi prima, ci è stata descritta come qualcosa di imperdibile; in effetti le danze erano interessanti ma la cena era niente di diverso da quella dei giorni precedenti; salvo le pizze-clone di Pokhara.
RICORDI BREVI:
MEZZO DI TRASPORTO: Volo JetAirways da Aeroporto Milano Malpensa via New Delhi.
LUOGO: Kathmandu [NEP]; 1355 m.s.l.m.
STRUTTURA RICETTIVA: Hotel Royal Singi, Lal Durbar, 13168 Kamaladi Kahtmandu (NEP).