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Da quando, iniziata la relazione con Betta, ho riscoperto Genova, ogni qualvolta la raggiungevo, lo sguardo volgeva sempre verso quei forti che la sovrastano e soprattutto il più alto: il Forte Diamante.
Nella prima occasione, pensando ad un itinerario più semplice e sprovveduti in quanto ad abbigliamento, ci siamo inoltrati dai Righi fino all'Osteria delle Baracche dove abbiamo fatto uno spuntino prima di proseguire per poco più di un Km sul sentiero verso il Diamante; purtroppo da li in avanti tante idee e tanta voglia di raggiungerli ma mai concretizzato nulla se non continuare a guardarli mentre scendevo dal Passo dei Giovi, sull'A7, verso il mare.
Proposto il giro più volte dal 2012 alla Pietra Verde, che già in passato l'aveva fatto, ecco arrivare due occasioni addirittura a distanza di 7 giorni una dall'altra; il primo itinerario, purtroppo accompagnato da una leggera pioggia e da un vento gelido, si è svolto sul sentiero dell'acquedotto assieme agli Amici del Cammino di Sant Agostino; partiti da Trensasco, raggiunto col Trenino di Casella da Piazza Manin, abbiamo percorso l'itinerario toccando però, solo il Forte Begato, aperto in quell'occasione solo a noi date le previste avverse condizioni meteorologiche; il percorso, essendo tematico basato su Sant Agostino, si è concluso a San Pier D'Arena (o Sampierdarena) nella Cella dove dicono abbia stazionato il cadavere del santo proveniente dalla Sardegna prima di raggiungere Pavia e precisamente la Chiesa di San Pietro in Ciel D'Oro.
Il secondo Itinerario è stato quello decisivo per la visita dei forti più importanti percorrendo prima il sentiero che dalle Baracche portava al Forte Diamante e poi, rimanendo sul crinale fino al Forte Sperone, passando dal Fratello Minore e dal Puin; il panorama era qualcosa di favoloso, quantomeno per me.
Dal prato adiacente le mura del Diamante, dove abbiamo sostato per il pranzo, girando su se stessi, la vista poteva spaziare dalla Val Polcevera, il Monte Beigua ed il Santuario della Guardia fino alla Val Bisagno, al Monte Fasce, al Monte di Portofino ma soprattutto alle "nostre" cime innevate del crinale tra Monte Giarolo e Monte Antola; insomma il paradiso per un amante di quelle zone. Peccato per la foschia che verso sera, mentre tornavamo alle auto, si è alzata e non ha consentito lo scatto di ulteriori foto.
RICORDI BREVI:
MEZZO DI TRASPORTO: Auto propria: Toyota Yaris; Treno.
ITINERARIO 1: Trensasco - Sentiero dell'Acquedotto - Forte Begato - Sampierdarena - Cella di Sant'Agostino